Carta delle Regole per i Lettori

1.La Voce degli Angeli è un blog a sfondo solidale. - 2.Nasce per dar voce agli Angeli e ai loro genitori. - 3.Chiunque può parteciparvi attivamente con le proprie considerazioni. - 4.Accogliamo richieste di partecipazione come Autori. - 5.Accogliamo richieste di pubblicazione di esperienze personali di: cattiva sanità e mancato senso civico. - 6.Accogliamo denunce di soprusi, disagi, discriminazioni, subite direttamente o da persone a voi vicine (non ci interessano i "per sentito dire"). - 7.Accogliamo denunce documentabili nei confronti dello Stato o delle Istituzioni che ad esso si sostituiscano. - 8.Inviateci tutto ciò che secondo voi possa essere attinente alla giusta causa e al supporto solidale che La Voce degli Angeli si prefigge. Prima di essere pubblicate, saranno valutate da noi Amministratori. - 9.Non vogliamo che La Voce degli Angeli diventi uno spazio, un contenitore o addirittura, un megafono per ogni tipo di lamentela e sproloquio e vogliamo dare un segnale della "sorveglianza" che intendiamo esercitare sui contenuti, censurando e auto-censurando quelli impropri. - 10.Siate sempre educati e cordiali nei confronti di chiunque intervenga in questo blog, rispettando le idee altrui, anche se discordanti con le proprie.

PER ESSERE SICURI CHE NULLA PASSI INOSSERVATO, PER I TUOI INVII UTILIZZA ESCLUSIVAMENTE IL MODULO DI CONTATTO.


COMUNICAZIONE AI LETTORI


Non è "vanità o godimento personale" per noi vedervi tra i lettori fissi e leggere una vostra considerazione . "La Voce degli Angeli" è un blog solidale e come tale diventa significativo, se è seguito. Vi ringraziamo quindi per l'interesse, ma Vi preghiamo di rendere visibile la vostra partecipazione, lasciando la vostra testimonianza. Sarà per questo, sempre molto gradita!

Credo sia un segno di gratitudine e sensibilità a chi, dandoci fiducia, "espone qui alcune vicende delle loro vite, che sono molto personali e delicate"!

Grazie a tutti.


RICORDATEVI DI PRELEVARE IL LOGO QUI A SINISTRA PRIMA DI "USCIRE"! GRAZIE.



La Vostra Bacheca-Evidenzieremo per un pò le vostre comunicazioni. Scrivetecele!


Valeria nel suo commento al post ha inserito una comunicazione che ritengo sia importante evidenziare. Mi ha fatto venire in mente di inserire questo widget come bacheca per voi.

"...se ci fossero dei Piemontesi che abitano nella mia zona, sabato 9 maggio dalle 9.30 alle 10 organizzo la giornata del disabile con gli asinelli per la Pet Terapy in occasione della fiera un asino per amico A Monastero di VAsco Cn, un progetto che ho nel cuore e porto avanti con il cuore
chi volesse avere altre informazioni a riguardo può visitare il mio blog o scrivermi.

...e io inserisco il link per poter raggiungere VALERIA che ringrazio. Andate a leggere il suo post dove racconta del suo progetto "La giornata del disabile".
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Cara Valeria, aspettiamo notizie di come è andata la tua splendida "Giornata del disabile".

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08/02/15

Diario di un terapista



  
Tango di Nefeli (Loreena McKennitt/Haris Alexiou)

"La disabilità può essere una risorsa"
LA TESTIMONIANZA

di Adriano Zito
(Laureando in Scienze delle Attività Motorie e Sportive,
già terapista di Abilitazione Neuromotoria per soggetti diversamente abili.)
 
E’ il 2008 quando mi viene richiesta una prestazione che aveva l’aria di essere una vera e propria sfida alla mia sfera razionale e professionale. La UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) provinciale mi ha coinvolto in un progetto dell’ ASL di Piacenza, per offrire terapie motorie in acqua a favore di soggetti colpiti da disabilità di vario tipo.
Ho passato un anno a lavorare con ogni genere di patologia fisica e mentale e, giorno dopo giorno, ho potuto imparare che le persone colpite da queste condizioni hanno quanto mai bisogno di essere assistite ed inserite nel tessuto sociale, perché possano davvero esprimere il grande valore umano e la necessità di stare insieme che essi manifestano.
In passato si è sempre guardato agli impedimenti fisici e psicologici come un limite e un impedimento per le famiglie, ma con il mutamento di approccio progressivo oggi finalmente si guarda alle persone affette da tali problematiche come a uno scrigno di risorse di cui bisogna saper trovare la chiave di accesso.
Questa esperienza mi ha insegnato a superare i miei preconcetti (sarebbe quanto meno ipocrita negarli) da manuale universitario, tanto di applicazione professionale quanto di approccio interpersonale.
E allora mi sono costretto a chiudere il manuale e trovare una strada da me. La prima grande lezione è che solo il tempo e la pazienza sanno aprire le porte più pesanti. Mi sono trovato a dover gestire dapprima ragazzi con sindromi considerate comuni (come quella di Down, o ritardi di varia entità) e imparare a capirne le personalità individuali mi ha entusiasmato. Eppure ancora soffrivo dell’errata convinzione che la priorità fosse un asettico raggiungimento di un obbiettivo professionale fissato secondo parametri tecnici ma comunque arbitrari.
E’ stato solo con la conoscenza di ragazzi autistici che è cambiato radicalmente il mio modo di intendere l’approccio con le disabilità. Essi sono spesso erroneamente considerati anaffettivi ed incapaci di esprimere sentimenti. Quanto di più errato si possa pensare. Ho avuto modo di stabilire rapporti con questi ragazzi assolutamente unici e imprevedibili, e ho capito che il mero obbiettivo professionale era quantomeno secondario e dovevo prima di tutto comprendere ognuno dei ragazzi che mi era stato affidato dal punto di vista di esseri umani “normali” e metterli in condizione di capire che sapevo (con non poche difficoltà) interpretare la loro sfera relazionale, seppur con tutti i miei limiti.
Il punto non è quindi portarli a svolgere un compito, ma farli crescere come persone, invertire lo status iniziale di trattamento individuale e riuscire a instaurare rapporti con altri ragazzi o ragazze o migliorare quelli già esistenti con il personale o con la famiglia.
A metà anno mi sono trovato ad affrontare il caso più difficile. Una bambina di 7 anni, che per vari motivi resterà anonima, la cui patologia non era ancora stata censita.
Essa presentava tratti di patologie diversissime e gravissime, e veniva affidata a questo progetto per valutare se in qualche modo l’attività motoria poteva stimolare un qualche progresso rispetto alle crisi dalle quali si trovava molto frequentemente colpita.
Il fatto che fosse stata affidata prima a terapisti più esperti e anziani mi faceva tremare le gambe. Ma il modo di affrontare ogni persona, citato poc’anzi si è rivelato fondamentale.
Dopo un lungo periodo di paziente osservazione e errori e sconforto, ho iniziato a capire le espressioni quasi impercettibili della bambina, a capire e modificare le variabili che influivano sulla comparsa delle crisi. Di giorno in giorno riuscivo ad ottenere un tempo di lavoro più lungo, ma la gioia più grande è stata la straordinaria e repentina espressione affettiva che la bambina ha iniziato a manifestare. Un abbraccio, un bacio alla guancia, e qualche dispetto divertito, mi hanno regalato la certezza che stesse capendo cosa facevamo, e che era in qualche modo consapevole che gli sforzi di entrambi non erano stati vani.
Da quei giorni ho smesso di dare retta a manuali e compendi ma a fidarmi del potere delle relazioni, imparando che non c’è disabilità vera, ma una intera galassia di potenzialità e di frutti che dobbiamo imparare a cogliere, tutti, con gli occhi del cuore.
Non sono in grado di spiegare, ancora oggi.
Vi posso solo consigliare con forza, di provare sulla vostra pelle, con un po’ di volontariato. Scoprirete (anche in voi) ricchezze interiori insperate.

Adriano Zito